E’ invaso dal bianco che circonda ed esalta i versi, i
sintagmi, le singole parole; è un accenno al sentire più puro e immediato dei
poeti; è l’evidente emergere delle cose intime e autentiche nella materia
dell’anima; tutto questo è “Attraversato da”, esito poetico di Carlo Marcello
Conti, autore, artista multimediale, editore. L’intelaiatura dei versi brevi,
essenziali, tratteggia i moti impercettibili di una nuvola, di un torrente, di
sensazioni che ci attraversano nei modi più diretti o imprevisti. C’è un’attesa
subitanea oltre l’esperito che Conti accoglie nella pacata sensibilità
ricettiva: “Non lasciarmi/ in una giornata/ con un cielo qualunque”. Si
percepisce il senso della perdita, della mancanza; l’esegesi di una condizione
esistenziale capace di filtrare le possibili annessioni e le diramate attese
quando gli spazi accolgono dalle parole l’invito a farsi dimora, concentrazione
di appunti espressivi. Tutto l’evidente assorbire la rifrazione panica che
comporta la lettura di moti aurorali, delle naturali emissioni lente e
ataviche, testimoni delle solitudini. Quasi un paesaggio innevato dove
ritrovare l’angolo caldo di un interno che riabilita la personalità degli enti
quotidiani riproposti nelle corporeità delle pagine innestate nella natura
delle radici che costituiscono l’essenza di moti e passaggi. “Non aspetterò la
notte/ ma un momento che/ aspetta una cosa” scrive Conti, immerso in una
iterazione di esperienze che lo attraversano. E il tocco lieve annuncia la
tersa accortezza delle vibrazioni, i chiarori setacciati nella conoscenza che
trasforma “in/ un sinestetico senso dei sensi”. Le composizioni brevi abitano
lo spazio bianco della pagina in una riflessione che emerge dai particolari,
dai sentiti episodi delle ambientazioni che affiorano dalla pratica delle
coincidenze in viaggio. Il senso del dolore è assorbito dalla cura dei vocaboli
ed in particolare della parola poesia che “è rimasta qui/ da tempo/ Tantissimo
tempo e/ il poeta la trova/ attraversato da voci/ al di là della poesia”. In
questa sua opera Carlo Marcello Conti realizza un risultato letterario di
particolare finezza e nitore, dove l’evento si concretizza in parole luminose e
ponderate, lungo la capacità di filtrare ciò che accade a partire da
quell’inizio “molto presto di mattina”.
Andrea Rompianesi