martedì 14 febbraio 2023

Claudio Bossi, Il picasass sopravvissuto al Titanic: la storia di Emilio Portaluppi, Margaretha Frölicher-Stehli: Germignaga e il Titanic, Macchione Editore, Varese, 2021

   

Ho insegnato Storia per una trentina d’anni. So cosa significa, sia come docente che come studente, la noiosa ripetizione di date ed avvenimenti. Possedere, invece, tra le mani documenti e testimonianze reali porta sia l’allievo che l’insegnante a recuperare passione e interesse, soprattutto quando questi attestati repertano situazioni significative e di rilievo.  È il caso di questi due preziosi volumetti di Claudio Bossi dedicati all’approfondimento di vicende e personaggi legati all’affondamento del Titanic.

Non si tratta, come ben specifica l’autore, di romanzo e pura invenzione. Ma di ricerche sul campo, in archivi, in colloqui coi superstiti o con i loro parenti, in registri, talvolta nascosti talvolta apparentemente insignificanti, e tuttavia fonti di inequivocabile valore. In tal modo il lavoro risultante è un preciso identikit di persone, avvenimenti, oggetti ruotanti attorno a ciò che fu nell’immaginario collettivo del tempo la grande e inimitabile operazione Titanic.

L’autore ci confessa di essersi interessato ed innamorato fin da ragazzo al mistero di questo mastodontico, impressionante e, per i contemporanei, inaffondabile macchinario. Da qui la sua curiosità confluita nella ricerca storica che ha contribuito a fare di Claudio Bossi il massimo esperto in materia. Non per nulla lo stesso autore è consulente presso Raistoria, il che ci induce a valorizzare il suo impegno e la sua credibilità, nonché la sua esperienza nella ricerca al contributo di verità su ciò che esiste a proposito del Titanic.

Ma non è tutto.

Infatti, attorno alle vicende del Titanic, Claudio Bossi costruisce la storia di quegli anni (la nave colpì l’iceberg che l’affondò nella notte tra il 14 e 15 aprile del 1912). Anni in cui tutto appariva proiettato verso un futuro di felicità e di benessere, anni cosiddetti della belle époque, fulgida stagione di divertimenti e di scoperte inaudite, ricca di nuovi monumenti eretti per il benessere della società (uno di questi, appunti, fu il Titanic), anni in cui l’orrore della guerra era lontano, inesistente, sebbene gli egoismi nazionalistici e il costante riarmo ne facessero prevedere l’incipit imminente. Allo stesso modo il racconto di quegli avvenimenti non si ferma ad esaminare solo le circostanze esterne, bensì analizza la società del tempo, la rigida divisione in classi sociali, ad esempio (prima, seconda, terza classe), la consapevolezza di una svolta e di un procedere tecnico capace di rivoluzionare il futuro.

In questo lavoro di ricognizione e di autenticazione, l’autore è ben consapevole che non può giudicare con gli occhi del terzo millennio. E ce lo fa sapere. Ecco un altro pregio dello storico. La capacità di sottrarsi all’oggi per immergersi completamente nell’ieri, e nei preziosi documenti che ha sotto mano, perché è solo nell’ieri, e nelle pagine del tempo ritrovate, che può scaturire un giudizio neutrale e una visione obiettiva.

Inoltre, insieme con la grande storia l’autore ci racconta la micro storia: quella locale, quella di uomini e donne che per fortunata coincidenza riuscirono a salvarsi dal naufragio per poi narrare, da testimoni vivi, l’accaduto di quelle tragiche ore. Ecco allora che nascono i racconti del picasass, Emilio Portaluppi, di Arcisate, miracolosamente scampato al disastro e di Margaretha Frölicher-Stehli, la cui descrizione si amplia in una visione storica sociale di un mondo da una parte povero, poco considerato e desideroso di ascesa sociale, dall’altra ricco, industriale e all’apice.

Quello che qui mi preme mettere in luce non sono tanto gli eventi che hanno caratterizzato i due personaggi quanto la circostanzialità delle notizie che Claudio Bossi ci fornisce intorno a loro. Del picasass ci fa sapere il travaglio degli scalpellini della Valceresio, il loro desiderio di emigrare, la loro volontà di cambiamento; della signora Margaretha l’autore ricostruisce la genealogia sia individuale sia industriale. Conoscenze, queste, che si aggiungono a quelle già riportate sulla grande storia.

Pagina dopo pagina, quindi, noi veniamo informati di un mondo lontano un secolo, ma che sopravvive grazie al lavoro di storico, alla ricerca documentale, all’analisi e alla sintesi di incontri personali e di interviste mirate.

Per chi volesse saperne di più consiglio il sito web www.titanicdiclaudiobossi.com, in cui si possono trovare ulteriori informazioni riguardanti quel fenomeno di ingegneria (ma fu davvero così?) che rappresentò il Titanic alla soglia del novecento.

 

Enea Biumi


 

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