lunedì 7 luglio 2025

Gianfranco Galante, Mister Wakìki Momba, in viaggio verso il domani, Circolo Scriptores, Varese, €. 22,00


 

Ancora una volta Gianfranco Galante si rivolge verso una tematica sensibile e attuale: l’emigrazione. La sua ottica è uno sguardo a tutto tondo che insiste su di una umanità emarginata, ma niente affatto marginale. Anzi. È proprio questa umanità che ha bisogno di essere osservata, seguita e coadiuvata.

Tratto da una storia vera, parzialmente modificata, il romanzo parla di un viaggio compiuto da due fratelli africani per raggiungere l’eden europeo. I due protagonisti abitavano in un villaggio della Tanzania. Poco sapevano del mondo che stava al di là della loro tribù. Avevano però fatto una promessa: dovevano raggiungere l’agognata Europa, meta presumibile di benessere, ricchezza e felicità. Ma prima ancora di raggiungere la terra promessa si sono scontrati con guerre, torture, paure, fame, maltrattamenti e soprattutto dignità oltraggiata, rispetto ferito e personalità vilipesa.

Dalla Tanzania passano attraverso lo Zambia, il Congo, la Repubblica Centrafricana, il Ciad, la Libia per raggiungere, dopo la perigliosa traversata del Mediterraneo, l’Italia. Il destino dei due fratelli si complica perché vengono divisi: infatti uno troverà rifugio in Sicilia che diverrà la sua stabile dimora, mentre l’altro continuerà il viaggio verso il Nord, e lì troverà stabilità. Si reincontreranno dopo anni e diventerà difficile, sembra un assurdo, pure la loro comunicazione, visto che uno parla italiano e l’altro il dialetto siciliano.

L’autore si cala nei due personaggi, diventa la loro anima, il loro pensiero, subisce il loro dolore, il loro timore e trasmette al lettore le loro sensazioni e le loro aspirazioni.

Non sto qui a svolgere il riassunto delle loro vicissitudini, simili a quelle di tanti altri migranti verso la speranza. Ciò che tuttavia mi preme sottolineare è l’attenzione di Galante verso gli ultimi, i vilipesi, gli emarginati. Il loro dramma è la vergogna di una cosiddetta civiltà evoluta. Evoluta verso il benessere di pochi. Involuta nella comprensione dei più deboli.

Purtroppo la storia si ripete. Sembra che non riusciamo ad apprendere nulla dalla storia. O forse la storia è una maestra inascoltata. Eppure un racconto come questo è necessario, serve a denunziare simili situazioni disumane. E non bisogna essere dei santi o dei profeti per capire come la disumanizzazione diventi foriera di ulteriori ingiustizie e di inevitabili ribellioni.

Wakìky e Mbele sono il simbolo di una stortura umanitaria, di una società irrazionale ed egoista, di un mondo che divide e non unisce. Il Nord che ha sfruttato negli ultimi secoli il cosiddetto terzo mondo, che ha costretto gli abitanti del terzo mondo ad abbandonare la propria terra e le proprie radici derubate in continuazione delle proprie risorse, chiude gli occhi davanti ad una emigrazione che ritiene ingiustamente pericolosa, non accetta il diverso, per struttura fisica, per religione, per cultura. E Gianfranco Galante con questo romanzo di una umanità sincera, sensibile e trasparente ci rende coscienti del disastro umanitario e culturale che il Nord sta commettendo.

Il viaggio verso il domani è la narrazione di una speranza raggiunta, dietro la quale però si cela la sconfitta di molti che non riescono a realizzare i propri sogni, ma anche la sconfitta di quel mondo che si ritiene superiore e che rifiuta il confronto con chi quei sogni vuole concretare.

 

Enea Biumi

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