Trascrivo qui la recensione dell'amica Annitta Di Mineo che coglie i vari aspetti del romanzo, sottolineandone in particolar modo la scrittura e la coralità.
Un giallo alla portata di
tutti che ci invita a seguire l’indagine della morte di Terry, la ragazza più
bella del paese, che tutti conoscono e nessuno riesce a dare una spiegazione a
tale omicidio. Ma la caparbietà del maresciallo Panepinto ci inoltrerà nei
meandri di un “ecosistema interno”, troppo spesso ridotto a una gabbia di
personaggi illustri o meno di un piccolo paesino della provincia di Varese.
Ogni singolo dettaglio dei
protagonisti non viene sottovalutato, anzi diviene strumento utile per schiarire
la mente e comporre il puzzle.
Una narrazione di ampio
respiro che tocca ogni aspetto della vita della vittima, dei protagonisti, dei
compaesani e non solo, delle problematiche sociali e le sue convenzioni, naturalmente
con grandi sorprese.
Per una volta non abbiamo una
voce recitante, bensì la coralità paesana che impone una riflessione sulle loro
azioni; una lenta ma inesorabile trasformazione, il suo progressivo scendere
nelle pieghe più profonde e nascoste di una ristretta comunità montana, per
seguire l’evoluzione della trama fino a identificare l’uccisore.
L’ intreccio spinge il lettore
a voltare pagina velocemente, e al contempo a una meditazione sull’agire
dell’uomo. Un delitto inspiegabile, in un vortice di colpi di scena, attraverso
cui l’autore scruta l’angolo nero che ciascuno nasconde dentro di sé.
Annitta Di Mineo
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