Il racconto iniziale fornisce il titolo all'intero libro e
mette a fuoco sia la bigotteria bacchettona sia la sensualità animosa
caratteristiche della vita provinciale nelle quali viene coinvolta Nuccia
maestra di scuola elementare, che ha una seconda vita col nome di Schilly,
intrattenitrice di locali notturni. Nel secondo racconto si assiste ai
divertenti e tortuosi percorsi di avanzamento sociale dell'intraprendente e
galante Serafino che da trovatello riesce a emergere, conquistare l'amore della
bella moglie e di un amante, ma a sua volta verrà tradito e tutto si concluderà
nella più classica delle tragedie. Il terzo racconto si dipana intorno al fil
rouge dei luoghi sacri al poeta Ungaretti, rievocati attraverso il percorso di
iniziazione alla vita civile di un adolescente. Il quarto racconto possiede già
lo spessore del romanzo breve, con intreccio prolungato nel tempo e con una
trama di eventi raccontati tra analessi e prolessi da un vecchio che rivede
l'intera sua esistenza, fino all'ultimo respiro. L'ultimo racconto è l'unico ad
essere ambientato in un contesto di personaggi decisamente agiati, nel quale il
maestro di windsurf compie la sua scalata fra piaggerie, incantamenti e
meschinerie.
Enea Biumi è uno scrittore votato alla rappresentazione scenica
dei suoi romanzi, nei quali il dialogo rappresenta sempre il nerbo narrativo
più forte, capace di sviluppare una solida valenza di teatralità e marchiare le
caratteristiche dei suoi personaggi, sempre tutti creati dalla fantasia dello
scrittore, ma anche validissimi simboli dei caratteri umani più differenziati:
sono sempre un poco segnati dalla disperazione che produce il male di vivere e
allo stesso tempo sono sempre ineludibilmente combattivi e pertinaci nel
correre con arresa voracità fino in fondo il loro destino. Abilissimo
indagatore della psiche umana, Enea Biumi è certamente tra gli scrittori
italiani oggi più validi a caratterizzare con efficacia la zona tipica del
Varesotto, fino a farne un modello conoscitivo valido per l'intera collettività.
Sandro
Gros-Pietro
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