Andrea Rompianesi
Scrittura Nomade - Viaggio polidiomatico di Arte e Cultura - Variazioni sul tema scrittura
domenica 5 maggio 2024
Tommaso Giartosio “Autobiogrammatica” (Edizioni Minimum Fax, 2024)
venerdì 3 maggio 2024
Enea Biumi, Visighéri da vùus (Confusioni di voci), Genesi Editrice, Torino, 2024
Dalla Prefazione di "Visighéri da vùus" (Confusione di voci) di Sandro Gros-Pietro
Forse, potrebbe essere rivelativo risalire a Charles Bukowski e alla sua sempre citata formula essenziale da seguire non solo per fare poesia, ma anche per capire qualsiasi significato rivelatore della vita e dei suoi enigmi, “La verità profonda, per fare qualunque cosa, per scrivere, per dipingere, sta nella semplicità. La vita è profonda nella sua semplicità”. Tuttavia, è anche vero che la semplicità è complessa, e non è una contraddizione, ma è un ossimoro, nel senso che non si può avere una semplicità senza avere la totalità, perché la semplicità parziale sarebbe un tromp l’oeil, sarebbe una sorta di inganno da madonnaro, cioè una falsificazione. Il semplice deve anche essere tuttoquelchecè. Per capire la semplicità delle cose, bisogna avere il coraggio di affrontare la confusione. Bisogna tuffarsi dentro, come il delfino nel vasto mare: nuotare con gioia nell’elemento che totalmente ci possiede.
La confusione delle voci è da sempre considerata come La Voce per antonomasia, perché già per i latini valeva il proverbio vox populi, vox dei. La confusione delle voci è per definizione il concetto popolare di tuttoquelchecè, che già diviene una contaminazione escatologica con l’idea semplice, quasi alla mano, dell’universalità. Visighéri da vùus è l’espressione in dialetto varesotto in tutto corrispondente a vucciria in dialetto palermitano, cioè la confusione, che poi altro non è che uno dei due più importanti mercati della capitale siciliana, insieme a Ballarò. Sono mercati piazzati in strade cittadine del centro storico, strette e contorte quasi come vicoli, dove si avanza in uno struscio continuativo, tra bancarelle, rivenditori urlanti, richiami di madri, pianti di figli, risate e schiamazzi, osservazioni petulanti o spiritose, motorette spernacchianti, carrettini ingombranti, tutt’intorno a una pandemia mercatistica composta da tuttoquelchecè, cioè una confusione incredibile di articoli da mangiare per pranzo, per cena, per il passeggio in strada, insieme a materiali del vivere quotidiano, per la casa, per i viaggi, per il diporto, che rappresentano la cosa più semplice di questo mondo, perché ogni roba si capisce al volo, intuitivamente: la grande confusione parla senza inganni e in totale semplicità.
L’operazione letteraria di Enea Biumi rappresenta per lo meno una Trimurti di valori, perché tocca le tre grandi aree della cultura. In primo luogo, il linguaggio, nelle sue due splendide versioni proponibili da un bravo poeta italiano: cioè, il dialetto e la lingua nazionale. Va detto che ogni regione italiana possiede questa doppia profondità di visione interpretativa e descrittiva della realtà: la visione dialettale, tutta basata sull’intelligenza emotiva, musicale e spaziale, e la visione letteraria, elaborata, invece, nella dimensione intellettiva logica e matematica, come è illustrato da Howard Gardner e dai suoi seguaci in psicologia, che oggi vanno per la maggiore. Precisamente, Enea Biumi mette a confronto le due versioni poetiche. Se vogliamo essere pignoli, non si tratta di traduzioni, ma appunto di versioni, cioè due modi e due mondi diversi di espressione poetica, perché il dialetto punta tutto sull’emotività, sulla musicalità e sulla spazialità dell’espressione, mentre la lingua nazionale punta tutto sulla ricostruzione astratta e logica dell’espressione verbale, in modo scientifico e matematico.
In secondo luogo, l’altra divinità della Trimurti rappresentata da Biumi è il senso del tempo, questo Dio umano troppo umano, congegnato nelle famose Tre Età, dipinte dai maggiori pittori del Rinascimento e del Barocco, ma anche dopo, fino ad arrivare a tutto il Novecento, tanto per citare Gustav Klimt e i suoi contemporanei e per arrivare fino a Botero. Muovendosi tra Est ed Ovest: il Tempo è l’enigma più affascinante rappresentativo della vita e della morte che è stato totalmente inventato dall’uomo, ma che non esiste nel progetto creativo dell’universo, quest’ultimo è misurabile solo per spazio e per energia, ma non certo per il tempo, a meno che si voglia concepire l’eternità come una grandezza umanamente definibile. Invece, ecco che ogni dimensione umana, descritta o, meglio, interpretata da Biumi passa attraverso lo scorrere delle stagioni di Vivaldi – quest’ultimo anche apertamente occhieggiato nei versi del Poeta – l’adolescenza, la gioventù e l’anzianità sempre si riconoscono negli intrecci poetici bene calibrati e fanno capolino nelle vicende umane.
In terzo luogo, l’ultima divinità della Trimurti culturale è l’erranza, consistente sia nel compiere l’itinerario odisseico sia anche nel commettere l’errore, lo sviamento, la dispersione e la perdita. Biumi ha in sé qualcosa di Georges Moustaki. C’è in lui un concetto di meticciato, qualche elemento dello straniero, che si abbevera ad ogni fonte, ma lo fa con molta eleganza, perché cita il Capitano d’Alto Mare Pierre Loti, divenuto accademico di Francia per i suoi romanzi d’avventura. Idealmente, il Poeta sale a bordo dell’Orient Express, in felice intesa letteraria con Agatha Christie e compie il viaggio con destinazione Istanbul, per poi proiettarsi al di fuori della citazione resa in omaggio alla regina del racconto in giallo, ovviamente di illustrissima fattura, e continuare l’avventura all’interno di un’esperienza autobiografica fino nell’isola per metà greca e per meta turca di Cipro, nell’unica città al mondo, Nicosia, ancora divisa in due stati contrapposti che si osservano in cagnesco, come un tempo fu di Berlino Est ed Ovest. Il segno dei tempi e delle ostilità guerresche, che costituiscono la pazzia del primo quarto del nuovo secolo, aggalla apertamente nei testi poetici, che divengono anche una documentazione storica.
Visigéhri da vùus è un’opera della maturità più splendente di ingegno e di cultura di Enea Biumi, che mette a segno una poesia composta con le intelligenze multiple esplorate da Howard Gardner, in un ponte d’arcobaleno che sottende le aree della documentazione storica, dell’interpretazione emotiva e della descrizione spaziale, nella duplice dimensione di una parola che si osserva allo specchio, nella sua dimensione popolare e in quella del rigore letterario, esempio di una complessità ideativa, che non è mai complicanza, ma, al contrario, è il valore coeso della semplicità.
giovedì 2 maggio 2024
PRESENTATA a POTENZA IL 30 APRILE L’UNICITÀ DELLA LUCANIA…. Di PROSPERO E VALERIO CASCINI
PRESENTATA a LAGONEGRO IL 29 APRILE L’UNICITÀ DELLA LUCANIA…. Di PROSPERO E VALERIO CASCINI
Presentata a Lagonegro il 29 Aprile -presso il liceo scientifico- la silloge L’UNICITA’ DELLA LUCANIA: un approccio fotografico e poetico dei cugini CASCINI.
Il dirigente
emerito ALDO CALZA, che doveva coordinare i lavori, impossibilitato ad essere
presente, ha fatto pervenire una nota letta da CASCINI nella quale evidenzia Un
ricordo particolare: il primo giorno di scuola nel lontano 1960, io tornavo da
docente in quella scuola dove avevo fatto le medie e PROSPERO lasciava
CASTELSARACECENO per iniziare gli studi più complessi. UNA POESIA PIACE O NON
PIACE, TERZIUM NON DATUR! E le poesie di Valerio e PROSPERO MI PIACCIONO. GLI
AUTORI DANNO VOCE a tutto quello che vive accanto a loro, ABSO, MILLE LIRE, LUCANITÀ
SERAFICA……….. Il SINDACO FALABELLA, nel portare il saluto dell’amministrazione
comunale, ha espresso totale identificazione con la poesia Lagonegro .. nostra
città studi come espressione di NOSTALGIA e DI IMPEGNO SCOLASTICO. Il dirigente
scolastico ROBERTO SANTARSIERE ha ringraziato PROSPERO per la disponibilità
offerta in questa occasione di cultura poetica partecipata. IDA IANNELLA,
presidente dell’associazione culturale PLANULA di Castelsaraceno, ha portato il
saluto personale e degli iscritti, ricordando i comuni scolastici trascorsi con
Prospero e dichiarando, ancora una volta, la disponibilità a creare nel
territorio iniziative culturali che parlino di LUCANITÀ. L’ editore-scrittore
Monetti ha ricordato il percorso di questo testo poetico e fotografico
dichiarando che ormai l’UNICITÀ DELLA LUCANIA….. ha coinvolto tanti lucani
nelle nostre città del Nord ed anche associazioni di LUCANI nel Mondo. Prospero
Cascini, nel trarre le conclusioni ha ribadito, ancora una volta, la scelta di
portare l’opera nella scuola, perché la poesia LIBERA LA MENTE E IL CUORE. Ha
ringraziato tutti gli intervenuti, il prof ROBERTO BRIGANTE per il contributo
organizzativo offerto, gli alunni che hanno letto le poesie in lingua e
Antonietta Pugliese che ha declamato LE POESIE in vernacolo.
mercoledì 24 aprile 2024
Michele Prenna, Le parole cercate, Macchione editore, Varese, 2005
È con vero plaisir che ho letto questa silloge di poesie regalatami dall’amico Michele. Veri e propri ritratti di vita cittadina descritti in un flash fotografico di parole e sentimenti. Devo dare merito a Prenna di aver saputo coniugare ritratti di persone e di luoghi in modo davvero autentico. In fondo lo stesso titolo del libro offre una prospettiva di lettura e indirizza il lettore sul senso stesso delle parole. Attenzione: parole cercate, non ricercate. Perché è proprio la semplicità, la naturalezza espressiva, la spontaneità che traluce dai suoi versi. Sfogliare queste pagine è immergersi in un panorama filmico che zooma attorno a sé e che coinvolge sentimenti e figure, così che ne cogli tutta la bellezza intrinseca alla Natura stessa. Si registra anche l'amore che il poeta possiede per le foto perché le pagine del libro sono altrettanti momenti o ritratti fotografici (riassunti e riprodotti in parole) di quello che Michele Prenna vede e sente, in maniera autentica e senza fronzoli.
Davvero
un bel regalo questo libro di “parole” che diventano immagini accattivanti e
carezzevoli.
Ho conosciuto Michele Prenna nel lontano 2010 (o giù di lì).
In un pomeriggio di luglio (se non ricordo male) abbiamo presentato i nostri
lavori a un piccolo gruppo di persone interessate alla poesia (ma quando mai la
poesia raduna folle oceaniche?) Michele presentava me, io lui. Poi ci siamo
persi. Un po’ per il mio solipsismo, un po’ per distanze geografiche. Ma se il
marasma della vita ci ha condotto verso porti inaspettati e lontani, ora ci
siamo reincontrati e riavvicinati. Bene. Cercheremo di non disperderci ulteriormente,
ma, se dovesse succedere, inseguiamoci e ritroviamoci. Ovunque e nonostante
tutto. La poesia a questo ci conduce, sia che siano giornate di sole, di vento,
di nebbia o di pioggia.
Enea Biumi, 15 aprile 2024
Nel vasto panorama dei poeti varesini, un posto di rilievo lo occupa Michele Prenna. Con l’uscita del suo libro “Le parole cercate – chiaroscuri di sole, di luna, di cenere e di fuoco” (Macchione Editore, pagg. 103. costo 12 euro) Prenna tende ulteriormente ad elevarsi grazie ad una raccolta di ben 102 liriche, anche in versione squisitamente dialettale che evidenziano una sensibilità d’animo straordinaria. Il giovane poeta (classe 1946) residente a Varese, con un immaginario binocolo tratteggia con i suoi “canti", paesaggi, situazioni, stati d’animo più o meno sereni. Chiaroscuri, come detto nel “poetare”: par facile far versi ed il rimar banale di posseder se credi un estro originale. Il poetar davvero ti scava nel profondo fino a scoprir che in ogni tempo e luogo gioie e dolor, di nostre vite sale, muovon le menti e i cuori fa vibrare”. Sempre dall’ampia raccolta, tra rime con fior di campo, felicità, bagliori di luna, sbocciar della primavera, Prenna passeggia silenzioso: “Portici di città sono graditi al passeggiar curioso di vetrine, di novità pettegole su amici, lieti per giovinezza e per salute, fide compagne d’ogni amata impresa”. E che dire delle liriche in dialetto? La poesia “Danè” recita un verbo sacrosanto: “A spend danè di alter sa fa mia fadiga. Al san ben da gran temp tucc quii ca cuntan su, ca ‘l fan par ‘l to ben e inscì s’ingrassan tucc e ti te restet ciòd”.
Lamberto Ruffini, La Prealpina, 25 aprile 2008
L'unicità della Lucania, di Prospero e Valerio Cascini, a Lagonegro, Potenza e al Salone del Libro di Torino
Prima ci saranno due incontri in Basilicata: al Liceo scientifico di Lagonegro il 29 aprile e al Liceo musicale di Potenza il 30 aprile.
Al Liceo di Lagonegro i lavori saranno coordinati dal dirigente scolastico emerito Aldo Calza, già docente di latino alle medie di Prospero Cascini. Il Sindaco Salvatore Falabella porterà il suo saluto istituzionale. Interverranno: Ida Iannella presidente associazione culturale Planula di Castelsaraceno, il dirigente scolastico Roberto Santarsiere. Le conclusioni sono state affidate all'editore Monetti e all'autore della silloge Prospero Cascini. Gli alunni del Liceo declameranno le poesie in italiano, quelle in vernacolo saranno declamate da Antonietta Pugliese - Associazione culturale Planula.
lunedì 22 aprile 2024
Annitta Di Mineo, Del tempo disumano, Montabone Editore, Milano, 2023
L'ANIMA nella Poesia di Prospero Cascini fotografata attraverso la PROPRIA, a cura di Salvatore Monetti
La poesia, in molte delle sue forme, è molto più di un semplice esercizio linguistico o di un passatempo estetico. Essa è da meditazione. ...
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I cugini Prospero e Valerio Cascini, nati a Castelsaraceno (PZ) nel 1951 hanno frequentato la primina e le scuole elementari insieme, poi Va...
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L'unicità della Lucania: un approccio fotografico e poetico sarà presentato al Salone del Libro di Torino dagli autori Prospero Casci...
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A POTENZA, presso il liceo musicale, il 30 Aprile la SILLOGE nel presentarsi ha aggiunto alla POESIA e alla Fotografia tanta MUSICA: DUO F...