venerdì 4 novembre 2022

Emiliano Pedroni, Le tracce rosse, Lampi di Stampa, Vignate, € 14,00


 

Con un linguaggio asciutto e diretto Emiliano Pedoni affronta un thriller che si basa su alcuni presupposti del paranormale e che, a tratti, diviene un vero e proprio noir. La vicenda racconta di un serial killer psicopatico che massacra donne per una sua frustrazione personale.  La storia, che parte da una visione iniziale di un ragazzo sensitivo, si fa via via più stringente e coinvolgente per arrivare nelle pagine finali alla risoluzione del caso.

La ricerca del mostro, come viene giustamente definito nel romanzo, sarà condotta dalla detective Collins che si avvale del supporto dello sceriffo Morris ma soprattutto delle precognizioni di Ethan, il ragazzo che, attraverso improvvise e in principio non volute visioni, farà riaprire il caso di una fanciulla scomparsa. Purtroppo nel corso delle indagini si aggiungeranno altre fanciulle orribilmente trucidate. E gli indizi raccolti, anche attraverso messaggi inviati tramite una vecchia Remington, non serviranno nell’immediato a stabilire e scovare il vero criminale. Anzi aiuteranno a sviare le indagini. Il tutto verrà guidato però da un segno: delle tracce rosse (da qui il titolo) che condurranno gli inquirenti, alla fine, alla scoperta del colpevole.

Interessante, oltre il giallo in sé, è la “conduzione binaria”, come l’ha denominata nella presentazione del libro lo stesso autore. Cioè, quando viene presentato il killer il capitolo presenta il simbolo dell’omega (Ω), quando si avviano le indagini la pagina mostrerà il simbolo dell’alfa (α), quando Ethan ha le visioni il simbolo diventerà quello dello Yin Yang (  ) che, come tutti sanno, rappresenta il perfetto equilibrio dei poli opposti. Se è facile intuire che omega sta ad indicare il male e la sua fine mentre l’alfa rappresenta l’inizio del bene e la sua vittoria, meno agevole potrebbe essere, ad un primo impatto, cogliere il significato dello Yin Yang. Quali saranno gli opposti presenti nel sensitivo Ethan?  Da una parte abbiamo la visione del male (la ragazza uccisa) e dall’altra la realtà del male (l’assassino): il paranormale e il normale. Questi due elementi, uniti, rappresentano a mio avviso una specie di ossimoro retorico attraverso il quale i protagonisti saranno in grado di arrivare al bene, cioè alla cattura del colpevole.

La detective Collins, lo sceriffo Morris, gli amici di Ethan, Mark e Timothy, la famiglia stessa del ragazzo veggente saranno coinvolti in una ricerca che avrà le caratteristiche di una contrapposizione inquietante e affannosa volta a frenare il serial killer che abilmente si nasconde nella contea di Mammos. I tratti realistici di questa narrazione sono una connotazione positiva e contribuiscono a creare quell’atmosfera adatta per un giallo che non disdegna aspetti psicologici e domande esistenziali. Non per nulla l’esergo iniziale ha un ben preciso indirizzo: l’epitaffio di Sicilo che così sentenzia: “finché vivi, splendi, non rattristarti di nulla: cosa breve è la vita. Il tempo volge presto alla sua fine.”

Ecco, il thriller di Emiliano Pedroni ci porta, nonostante la drammaticità del racconto, allo splendore della vita. Ci consegna alla vita stessa. L’impressione è quella di essere inseriti in un sogno. E, sebbene in questo sogno ci sia la presenza del male, alla fine rimaniamo del tutto sollevati perché il bene sopravanza sul male. E si respira un’aria del tutto nuova e purificatrice.

Oggi si parla di metaverso, di realtà virtuale. La lettura, da secoli, ha anticipato questo mondo e questa moda attuale. Immergersi nelle pagine di un libro significa abbandonarsi e abbonarsi all’immaginazione, significa lasciarsi andare a sentimenti ed emozioni che in altri contesti, forse, faremmo difficoltà a sostenere e a mostrare. E il leggere e – per alcuni – lo scrivere, come sostiene lo stesso autore, è l’evasione dalla realtà, è lo scrollarsi di dosso i panni del quotidiano per rivestire, come proponeva Machiavelli, quelli curiali: è un proseguire oltre, perché, appunto, il tempo volge presto alla fine. 

 

Enea Biumi

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