Scrittura Nomade - Viaggio polidiomatico di Arte e Cultura - Variazioni sul tema scrittura
giovedì 2 maggio 2024
PRESENTATA a POTENZA IL 30 APRILE L’UNICITÀ DELLA LUCANIA…. Di PROSPERO E VALERIO CASCINI
PRESENTATA a LAGONEGRO IL 29 APRILE L’UNICITÀ DELLA LUCANIA…. Di PROSPERO E VALERIO CASCINI
Presentata a Lagonegro il 29 Aprile -presso il liceo scientifico- la silloge L’UNICITA’ DELLA LUCANIA: un approccio fotografico e poetico dei cugini CASCINI.
Il dirigente
emerito ALDO CALZA, che doveva coordinare i lavori, impossibilitato ad essere
presente, ha fatto pervenire una nota letta da CASCINI nella quale evidenzia Un
ricordo particolare: il primo giorno di scuola nel lontano 1960, io tornavo da
docente in quella scuola dove avevo fatto le medie e PROSPERO lasciava
CASTELSARACECENO per iniziare gli studi più complessi. UNA POESIA PIACE O NON
PIACE, TERZIUM NON DATUR! E le poesie di Valerio e PROSPERO MI PIACCIONO. GLI
AUTORI DANNO VOCE a tutto quello che vive accanto a loro, ABSO, MILLE LIRE, LUCANITÀ
SERAFICA……….. Il SINDACO FALABELLA, nel portare il saluto dell’amministrazione
comunale, ha espresso totale identificazione con la poesia Lagonegro .. nostra
città studi come espressione di NOSTALGIA e DI IMPEGNO SCOLASTICO. Il dirigente
scolastico ROBERTO SANTARSIERE ha ringraziato PROSPERO per la disponibilità
offerta in questa occasione di cultura poetica partecipata. IDA IANNELLA,
presidente dell’associazione culturale PLANULA di Castelsaraceno, ha portato il
saluto personale e degli iscritti, ricordando i comuni scolastici trascorsi con
Prospero e dichiarando, ancora una volta, la disponibilità a creare nel
territorio iniziative culturali che parlino di LUCANITÀ. L’ editore-scrittore
Monetti ha ricordato il percorso di questo testo poetico e fotografico
dichiarando che ormai l’UNICITÀ DELLA LUCANIA….. ha coinvolto tanti lucani
nelle nostre città del Nord ed anche associazioni di LUCANI nel Mondo. Prospero
Cascini, nel trarre le conclusioni ha ribadito, ancora una volta, la scelta di
portare l’opera nella scuola, perché la poesia LIBERA LA MENTE E IL CUORE. Ha
ringraziato tutti gli intervenuti, il prof ROBERTO BRIGANTE per il contributo
organizzativo offerto, gli alunni che hanno letto le poesie in lingua e
Antonietta Pugliese che ha declamato LE POESIE in vernacolo.
mercoledì 24 aprile 2024
Michele Prenna, Le parole cercate, Macchione editore, Varese, 2005
È con vero plaisir che ho letto questa silloge di poesie regalatami dall’amico Michele. Veri e propri ritratti di vita cittadina descritti in un flash fotografico di parole e sentimenti. Devo dare merito a Prenna di aver saputo coniugare ritratti di persone e di luoghi in modo davvero autentico. In fondo lo stesso titolo del libro offre una prospettiva di lettura e indirizza il lettore sul senso stesso delle parole. Attenzione: parole cercate, non ricercate. Perché è proprio la semplicità, la naturalezza espressiva, la spontaneità che traluce dai suoi versi. Sfogliare queste pagine è immergersi in un panorama filmico che zooma attorno a sé e che coinvolge sentimenti e figure, così che ne cogli tutta la bellezza intrinseca alla Natura stessa. Si registra anche l'amore che il poeta possiede per le foto perché le pagine del libro sono altrettanti momenti o ritratti fotografici (riassunti e riprodotti in parole) di quello che Michele Prenna vede e sente, in maniera autentica e senza fronzoli.
Davvero
un bel regalo questo libro di “parole” che diventano immagini accattivanti e
carezzevoli.
Ho conosciuto Michele Prenna nel lontano 2010 (o giù di lì).
In un pomeriggio di luglio (se non ricordo male) abbiamo presentato i nostri
lavori a un piccolo gruppo di persone interessate alla poesia (ma quando mai la
poesia raduna folle oceaniche?) Michele presentava me, io lui. Poi ci siamo
persi. Un po’ per il mio solipsismo, un po’ per distanze geografiche. Ma se il
marasma della vita ci ha condotto verso porti inaspettati e lontani, ora ci
siamo reincontrati e riavvicinati. Bene. Cercheremo di non disperderci ulteriormente,
ma, se dovesse succedere, inseguiamoci e ritroviamoci. Ovunque e nonostante
tutto. La poesia a questo ci conduce, sia che siano giornate di sole, di vento,
di nebbia o di pioggia.
Enea Biumi, 15 aprile 2024
Nel vasto panorama dei poeti varesini, un posto di rilievo lo occupa Michele Prenna. Con l’uscita del suo libro “Le parole cercate – chiaroscuri di sole, di luna, di cenere e di fuoco” (Macchione Editore, pagg. 103. costo 12 euro) Prenna tende ulteriormente ad elevarsi grazie ad una raccolta di ben 102 liriche, anche in versione squisitamente dialettale che evidenziano una sensibilità d’animo straordinaria. Il giovane poeta (classe 1946) residente a Varese, con un immaginario binocolo tratteggia con i suoi “canti", paesaggi, situazioni, stati d’animo più o meno sereni. Chiaroscuri, come detto nel “poetare”: par facile far versi ed il rimar banale di posseder se credi un estro originale. Il poetar davvero ti scava nel profondo fino a scoprir che in ogni tempo e luogo gioie e dolor, di nostre vite sale, muovon le menti e i cuori fa vibrare”. Sempre dall’ampia raccolta, tra rime con fior di campo, felicità, bagliori di luna, sbocciar della primavera, Prenna passeggia silenzioso: “Portici di città sono graditi al passeggiar curioso di vetrine, di novità pettegole su amici, lieti per giovinezza e per salute, fide compagne d’ogni amata impresa”. E che dire delle liriche in dialetto? La poesia “Danè” recita un verbo sacrosanto: “A spend danè di alter sa fa mia fadiga. Al san ben da gran temp tucc quii ca cuntan su, ca ‘l fan par ‘l to ben e inscì s’ingrassan tucc e ti te restet ciòd”.
Lamberto Ruffini, La Prealpina, 25 aprile 2008
L'unicità della Lucania, di Prospero e Valerio Cascini, a Lagonegro, Potenza e al Salone del Libro di Torino
Prima ci saranno due incontri in Basilicata: al Liceo scientifico di Lagonegro il 29 aprile e al Liceo musicale di Potenza il 30 aprile.
Al Liceo di Lagonegro i lavori saranno coordinati dal dirigente scolastico emerito Aldo Calza, già docente di latino alle medie di Prospero Cascini. Il Sindaco Salvatore Falabella porterà il suo saluto istituzionale. Interverranno: Ida Iannella presidente associazione culturale Planula di Castelsaraceno, il dirigente scolastico Roberto Santarsiere. Le conclusioni sono state affidate all'editore Monetti e all'autore della silloge Prospero Cascini. Gli alunni del Liceo declameranno le poesie in italiano, quelle in vernacolo saranno declamate da Antonietta Pugliese - Associazione culturale Planula.
lunedì 22 aprile 2024
Annitta Di Mineo, Del tempo disumano, Montabone Editore, Milano, 2023
Sandro Gros-Pietro, L'abbaglio del Comandante, Genesi Editrice, Torino, 2024
domenica 21 aprile 2024
Enea Biumi, La sumènza du la nòcc, Il seme della notte, Scrittura Creativa Edizioni, Borgomanero, 2014
Le semplici cose della vita nella
poesia del primo Biumi
Una poesia, quella del primo Enea Biumi (nom de plume di Giuliano Mangano), più precisamente la poesia di una raccolta risalente a qualche tempo fa, Il seme della notte (Scrittura creativa edizioni, 2014), che presenta in primo piano le semplici cose della vita; una vita povera, ma autentica: le monachine del focolare, le lucciole, “la gazzosa”, il paiolo per la polenta, “il cortile dove si giocava con la palla”, la canna della bicicletta, dove il bimbo veniva trasportato dal padre. La poesia si scarnifica, si riduce a una secca enumerazione, si fa oggettuale, fermandosi a un passo dal silenzio: (“il lampadario/ il tavolo/le sedie”).
Anche le
similitudini sono prese dalla vita di ogni giorno; il tempo è “come un panno di
bucato”.
Lo sfondo è
dato dall’universo familiare, dall’ambiente
paesano, dagli spettacoli naturali, che destano una meravigli attonita
davanti al sensibile; si tratta a volte anche di notturni di placida bellezza,
contemplati in solitudine, ma anche in una solitudine a due (p 15). Spettacoli
che la natura offre gratis, perché tutte le cose che “valgono” sono gratuite. Una
natura che ha qualcosa di sacro; e infatti l’abbattimento di un albero è
qualcosa di esecrabile non solo da un punto di vista eco logico; la condanna
però resta implicita, senza bisogno di alcun commento e perciò risulta più netta.
Già la prima
lirica è una traduzione libera dalle Bucoliche virgiliane e quindi ci
offre l’humus, la cornice da cui la sua poiesis muove. L’ambiente campagnolo si respira quasi nella
puzza “di letame”; perché la vera poesia interessa spesso tutti i sensi, non
solo la vista. E quest’odore di letame è l’equivalente olfattivo di un senso
terragno e corposo delle descrizioni, che il dialetto favorisce, come ben sanno
i lettori di Carlo Porta. Senza contare che il dialetto conserva anche capacità
allusive che la lingua della comunicazione ha cancellato. E perciò meritoria è
l’opera dei poeti che proprio per questo usano quella che una volta era la
lingua materna, così contribuendo anche a preservarne l’esistenza. Perché il
libro di Biumi è scritto in dialetto, con traduzione, se così si può dire, a fianco
Spesso si tratta di un quadretto nitido, che ha la purezza
di un idillio, con coda gnomica nell’explicit.
A volte la
breve opposizione non è incrinata da alcun sentimento. Si presenta in un presente
eterno, fissato in gesti quasi ieratici.
A volte il
quadretto è incrinato dalla nostalgia e
allora si ha l’uso dell’imperfetto, il tempo appunto della nostalgia, accompagnata
da un desiderio di pace, per una coscienza “sempre in guerra”.
Non manca l’amore nelle corde del poeta ed è visto come “qualcosa che vale”, simbolizzato “nei due occhi neri”, in un “angelo”. E infatti con una dichiarazione, anzi con una doppia dichiarazione d’ amore termina il libro.
Il futuro
appare a volte come un” “sentiero in mezzo a un bosco”, ma, sembra dirci Enea,
bisogna andare avanti. L’inverno diventa Il correlativo oggettivo o, la metafora della vecchiaia. La morte aspetta tutti e ciascuno, come in una
“gran piazza/ dove una mano sorteggia il tuo destino”. Allora sembra prevalere la
paura, il desiderio di fuga, ribadito in
martellanti anafore. Ma la paura non riguarda il Matto, il diverso, che il
poeta sente, simile in questo ad Hanno dei Buddenbrook, come amico, come
fraterno, e rappresenta forse la poesia, l’alterità.
Della fine l’io lirico ha una coscienza acutissima, dolorosa, che lo porta, in un’atmosfera da Sera del dì di festa, a chiudersi, ascoltando “i fuochi d’artificio dell’ultimo dell’anno e quasi prendere congedo anticipatamente dalle gioie effimere del vivere.
Fabio Dainotti
L'ANIMA nella Poesia di Prospero Cascini fotografata attraverso la PROPRIA, a cura di Salvatore Monetti
La poesia, in molte delle sue forme, è molto più di un semplice esercizio linguistico o di un passatempo estetico. Essa è da meditazione. ...
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I cugini Prospero e Valerio Cascini, nati a Castelsaraceno (PZ) nel 1951 hanno frequentato la primina e le scuole elementari insieme, poi Va...
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