mercoledì 5 febbraio 2020

Pasquale Balestriere, Assaggi critici, Genesi Editrice, Torino, 2018




Si riscontra in questa raccolta di Assaggi critici di Pasquale Balestriere una visione della letteratura molteplice e variegata. Innanzitutto ho notato una conoscenza profonda e puntuale dell’universo oraziano descritto con dovizia di particolari, insistito su aspetti forse meno noti ma non privi di interesse per un autore che al di là dei ricordi scolastici per molti, me compreso, non rientra probabilmente nelle letture quotidiane. Per misurare le qualità della sua introspezione critica basta menzionare i vari capitoletti in cui è suddiviso il suo trattato su Orazio: l’uomo e lo scrittore, il tema della femminilità, la filosofia oraziana, la religione e il motivo simposiaco-conviviale. Ne esce un ritratto a tutto tondo di un intellettuale romano del primo secolo a.c., che accomuna doti e difetti dal punto di vista umano, ma che si eleva considerevolmente come scrittore e poeta. Interessante risulta essere la disanima che l’Autore fa delle opere oraziane intravvedendo e ricercando in esse i punti salienti da trascrivere e far conoscere al lettore. Così vediamo un Orazio umanizzato a tal punto che ci sembra quasi di averlo presente fisicamente, di osservarlo “basso, bruno, tendente alla pinguedine, instabile, iracondo”, di vederlo combattere per farsi largo tra l’intellighenzia del tempo, lui che era nato da un liberto e che per un ventennio non era certo vissuto nell’abbondanza. Poi la svolta nel 38 a.c. quando viene ammesso nel circolo di Mecenate. Ma una svolta che non inficia il suo equilibrio, anzi lo rafforza. Gli stessi suoi amori risultano essere pacati, sereni, trattati quasi superficialmente: si direbbe che Orazio non abbia mai amato veramente. Ciò nonostante il Venosino si circonderà di compagnie femminili, almeno così appare dai suoi versi, per tutta la vita. Non mi dilungherò oltre per non togliere il gusto di una lettura affascinante e accattivante, concretamente viva e densa, facile da scorrere nonostante l’altezza e la profondità della materia e dell’uomo. Allo stesso modo si svolgono le ricerche su altri autori un po’ più vicini a noi nel tempo, quali Dino Campana, Giorgio Barberi Squarotti, Paolo Ruffilli, Pasquale Festa Campanile, ed altri non meno importanti e avvincenti. Da ultimi, ma non meno considerevoli, due saggi: uno sull’accento nella traslitterazione del greco antico ed uno sulla poesia, che ci fanno comprendere, se ce ne fosse bisogno, di essere di fronte ad uno studioso che non si limita a trascrivere o riferire piccole porzioni di letteratura, ma ne compendia e ne approfondisce con rigore e sensibilità tutta una gamma che va dal classico al contemporaneo, dalla poesia alla prosa, dalla ortoepia alla riflessione sulle varie poetiche e sulla loro validità in ambito sociale e moderno.
 
Enea Biumi

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