lunedì 21 luglio 2025

Oronzo Liuzzi “Nelle acque di Babel” (Edizioni Milella, 2025)


“di sangue di fegato amaro si alimenta l’umano/ gelido è il mutamento muto nell’umido sgocciola/ surrogati di corpi ammainati”; così apre il primo testo poetico dove il tratto della presenza carnale converge verso il riconoscere la devastazione dei conflitti, il riverbero che agghiaccia e paralizza i moti nella deflagrazione di flussi e riflussi, di ostilità evidenti nel tessuto civile, di consegna a strofe che vogliono allungare il verso in una volontaria e totale assenza di punteggiatura. L’opera è “Nelle acque di Babel” del poeta e artista Oronzo Liuzzi. C’è qualcosa che preoccupa nell’insorgere di un sentire intimo che denuda e, poeticamente, denuncia l’esistenziale deriva ma, nello stesso tempo, indica una opzione filtrante capace d’intercalare seduzioni possibili tra risvolti di sentimenti per lo più ibridi. L’efficacia del verso di Liuzzi accende e svicola, interrompe e accosta, insegue e distanzia nella propulsione sintattica implicante l’effetto dicibile nel modulo ricomposto in una traccia linguistica che apre mobilità prossemiche attenuanti il sentore di determinazione semantica: “parlami del tramonto d’accordo al calar del sole/ a picco cade nell’acqua di colpo mi rendo conto/ faccio un selfie resto motivato e la quiete nella/ mia testa dopo la tempesta purtroppo il caos trionfa”. Turbolenze sì, ma abilmente corrisposte in una dicitura che non concede spazi al prevedibile, integrando la figurazione stessa del lessico al procedere più propriamente integro e contemporaneo. Evocazioni ed accenni felliniani attendono processi di verifica nel confronto con un contesto che non risparmia noia e malinconia, delusione e lacerazione, dubbio e solitudine ma anche amore: “il vorrei l’amore d’amare fatale l’amo forse sì”; come condona la pressione attraverso l’esperienza della iterazione quando identifica il termine capace di farsi verbo d’inizio: “s’incomincia così incomincio in realtà comincia/ il tempo dove l’invisibile esiste resiste e persiste”. Il dire di Liuzzi è un dire che accosta durezza e pietà; è un dire maieutico che estingue i rischi del cedimento retorico perché si fa riflessivo e mite nella formulazione del verso condotto alla prossimità dei vocaboli che innestano, in punti alternati del flusso sillabico, una rielaborazione normativa che spazializza il significante e acquieta il significato: “senza fretta dentro questa stanza irregolare/ solo un attimo mi basta forse anche meno”. Ancora si conducono su esperienze redatte particolari emessi dalle osservazioni abilitate a tempistiche esplicite, dialoganti e non prive d’incognite; emergenti condizioni quali appartate attenzioni sfuggenti alla conclamata e “curiosa quiete” che comporta uno stato favorevole al pensiero ma, nello stesso tempo, filtrante tutto il dolore violento testimoniato dalla cronaca concitata e segnata da dissidi, ingiustizie, conflitti. C’è un tentativo continuo, attraverso le pagine, di bilanciare le insorgenti pulsioni controllate da una mediazione ritmica che concretizza una sorta di passo prolungato nelle memorie affioranti, quasi possibile poi un metodo esplicativo che ordina e spiega non eludendo i contrasti: “torna tutto di colpo il passato/ all’improvviso sul divano brutto bello”, dove la quotidianità colma quella distanza che sfugge alla regolazione prospettica e intanto cerca di agganciarsi a sicurezze biografiche, a identificazioni: “il chi sono insomma m’interrogo a lungo/ sulla identità la mia la nostra io sono/ nato al sud in via bruni di giovedì”. Oronzo Liuzzi si fa esplicito conduttore di un sentire mobile verso presenze intime che si trasformano in afflati civili dove il riferimento esplicito “è un mondo alla rovescia il nostro altrove non so”, ultimo verso della prima poesia che già in sé contiene nelle tre strofe la migliore concentrazione del dire nei tempi calibrati della dimensione raffigurante e della capacità fonetica.

 

                                                        Andrea Rompianesi


 

Nessun commento:

Posta un commento

Successo per il secondo "Streaming internazionale di poesia"

  Numerosi poeti, da tante parti del mondo al secondo streaming internazionale di Poesia "Anima e Core”. Per l'Italia: Cesare Casti...