mercoledì 9 febbraio 2022

"Maris ast" Nota critica di Annitta Di Mineo


Vena lirica priva di orpelli, senza retorica ma con razionalità Enea Biumi  in “Maris ast” dissemina componimenti poetici che accompagnano il rifiuto delle lacerazioni impugnando ragioni di limiti ideologici, di ferite profonde contro la cecità del vero, sprezzature che tendono a far notare un tradimento di tutti gli ideali progressisti. Qui il genere umano e la sua civiltà rischiano il collasso, in tanti si comportano come se nulla fosse, continuare la vita di sempre o voltare le spalle. In una sorta di rimozione collettiva Biumi irrompe per l’urgenza nel vedere una società astenizzata e una comunità oramai anestizzata dinanzi alle paure, alla rabbia, alle ingiustizie, alle violenze, alle guerre. Una piena coscienza della realtà, di accorgersi di quanto questa vita sia autentica. Capacità di isolare momenti rappresentati da vari eventi che si ricollegano al resto della società con comportamenti, dialoghi e discettazioni.

Qual è il messaggio? Non difendere i propri interessi e il proprio status quo, non negare l’evidenza, facciamone una questione morale. Un insegnamento attraverso una poetica di denuncia, non ignoriamo perché l’uomo mediocre divora tutto e toglie il senso ai fatti reali. Non essere fatui, fermarsi per riflettere e analizzare, con un forte richiamo al Verismo fotografa poeticamente lo scollamento della realtà tra le varie classi sociali.

Poesie severe, senza titolo; in “Maris ast” ogni poesia non ha bisogno di un titolo va solamente letta, la chiave di lettura la troverà il lettore. Poesie dense e talvolta brevi permettono di vedere un’altra verità. Una poetica riflessiva come strumento rivelatore, di un indagatore impegnato a osservare e a indagare la vita. Rievoca l’ambiente in cui viviamo, ricordi e momenti in agrodolce riaffiorano, un diario interiore che registra la crescita e lo sviluppo sociale, una mappatura di emozioni, una amigdala tra la gestione di forti sensazioni e le indignazioni che prevalgono sull’amarezza.

La finezza poetica supporta l’efficacia del messaggio. Intense e straziante sono le liriche, si palesa immediatamente un interscambio di riflessioni tra poeta e lettore; si mescolano, agiscono una sull’altra per un rispecchiamento antropologico e morale. Non è mai tardi per svegliarsi, non sussiste il senso di inadeguatezza nell’affrontare gli accadimenti, non banalizzare le tragedie quotidiane come un errore, all’occorrenza assumersi le responsabilità. In un mondo cieco e sordo avviciniamoci a questo scrigno poetico colmo di umanità, umiltà e coraggio, senza lasciare cadere nel vacuo il contenuto. Il poeta invita a far risuonare in noi il battito del cuore. Le parole vengono distillate in un dolore che scava e al medesimo tempo le eleva alla tremenda bellezza della vita.

Il dramma si intesse con la vita degli altri, noi non siamo altro, noi non siamo estranei.

Parla di noi, ci racconta di noi stessi, fa memoria della società contemporanea, una galleria di persone, di personaggi, di eventi storici o di cronaca con un ritmo che intreccia l’immagine evocata in una poetica fortemente realista.

Genuina, sentita e accorata è la poesia di Enea Biumi in “Maris ast”.

 

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