È con vero plaisir che ho letto questa silloge di poesie regalatami dall’amico Michele. Veri e propri ritratti di vita cittadina descritti in un flash fotografico di parole e sentimenti. Devo dare merito a Prenna di aver saputo coniugare ritratti di persone e di luoghi in modo davvero autentico. In fondo lo stesso titolo del libro offre una prospettiva di lettura e indirizza il lettore sul senso stesso delle parole. Attenzione: parole cercate, non ricercate. Perché è proprio la semplicità, la naturalezza espressiva, la spontaneità che traluce dai suoi versi. Sfogliare queste pagine è immergersi in un panorama filmico che zooma attorno a sé e che coinvolge sentimenti e figure, così che ne cogli tutta la bellezza intrinseca alla Natura stessa. Si registra anche l'amore che il poeta possiede per le foto perché le pagine del libro sono altrettanti momenti o ritratti fotografici (riassunti e riprodotti in parole) di quello che Michele Prenna vede e sente, in maniera autentica e senza fronzoli.
Davvero
un bel regalo questo libro di “parole” che diventano immagini accattivanti e
carezzevoli.
Ho conosciuto Michele Prenna nel lontano 2010 (o giù di lì).
In un pomeriggio di luglio (se non ricordo male) abbiamo presentato i nostri
lavori a un piccolo gruppo di persone interessate alla poesia (ma quando mai la
poesia raduna folle oceaniche?) Michele presentava me, io lui. Poi ci siamo
persi. Un po’ per il mio solipsismo, un po’ per distanze geografiche. Ma se il
marasma della vita ci ha condotto verso porti inaspettati e lontani, ora ci
siamo reincontrati e riavvicinati. Bene. Cercheremo di non disperderci ulteriormente,
ma, se dovesse succedere, inseguiamoci e ritroviamoci. Ovunque e nonostante
tutto. La poesia a questo ci conduce, sia che siano giornate di sole, di vento,
di nebbia o di pioggia.
Enea Biumi, 15 aprile 2024
Nel vasto panorama dei poeti varesini, un posto di rilievo lo occupa Michele Prenna. Con l’uscita del suo libro “Le parole cercate – chiaroscuri di sole, di luna, di cenere e di fuoco” (Macchione Editore, pagg. 103. costo 12 euro) Prenna tende ulteriormente ad elevarsi grazie ad una raccolta di ben 102 liriche, anche in versione squisitamente dialettale che evidenziano una sensibilità d’animo straordinaria. Il giovane poeta (classe 1946) residente a Varese, con un immaginario binocolo tratteggia con i suoi “canti", paesaggi, situazioni, stati d’animo più o meno sereni. Chiaroscuri, come detto nel “poetare”: par facile far versi ed il rimar banale di posseder se credi un estro originale. Il poetar davvero ti scava nel profondo fino a scoprir che in ogni tempo e luogo gioie e dolor, di nostre vite sale, muovon le menti e i cuori fa vibrare”. Sempre dall’ampia raccolta, tra rime con fior di campo, felicità, bagliori di luna, sbocciar della primavera, Prenna passeggia silenzioso: “Portici di città sono graditi al passeggiar curioso di vetrine, di novità pettegole su amici, lieti per giovinezza e per salute, fide compagne d’ogni amata impresa”. E che dire delle liriche in dialetto? La poesia “Danè” recita un verbo sacrosanto: “A spend danè di alter sa fa mia fadiga. Al san ben da gran temp tucc quii ca cuntan su, ca ‘l fan par ‘l to ben e inscì s’ingrassan tucc e ti te restet ciòd”.
Lamberto Ruffini, La Prealpina, 25 aprile 2008
Il piacere è anche mio nel leggere i tuoi lavori dopo averti rivisto a distanza di anni. Di cuore ti ringrazio per il dono di parole di questa recensione.
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